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Carnevale 2026
Il carnevale è il periodo più pazzo dell'anno. A questo proposito, l'Alto Adige - e quindi anche la Val Venosta! - vanta la presenza di usanze assolutamente uniche. A Stelvio, ogni due anni, si svolge la tradizionale cerimonia “del traino dell'aratro”.
La vita rurale dei tempi andati viene rievocata nel corso di un evento carnevalesco, il traino dell'aratro: una tradizione che sottolinea lo stretto vincolo che legava il contadino al suo status e ai rapporti intrattenuti nell'ambito del proprio tessuto sociale. Si tratta di un antico rituale che pone l'enfasi sulla lotta combattuta contro le forze della natura: si festeggia la fine dell'inverno e l'arrivo della bella stagione, il periodo più favorevole e fecondo dell'anno. Il corteo, che attraversa tutto il paese, è di buon auspicio per il raccolto e ha inoltre lo scopo di scacciare gli spiriti maligni dell'inverno, simbolicamente rappresentati dai peggiori mali di stagione secondo gli abitanti.
La sfilata
Alle 12:00 in punto, dopo la preghiera dell'Angelus, i contadini di Stelvio, accompagnati dalla plebe e dal popolo, spingono l'aratro attraverso i ripidi e fitti vicoli del paese. Tutti sono impegnati a trattare, mercanteggiare e litigare rumorosamente. L'aratro viene trainato da un cavallo e alcuni buoi (ruoli in realtà interpretati dai paesani!). Attorno alla vita del cavallo, che porta una maschera di pelliccia sul “muso”, è stretto un grande campanaccio, mentre i buoi indossano camicie bianche e cappelli privi di orlo, dai quali pendono tanti piccoli e sottili listelli di legno. Il responsabile della manodopera nei campi accompagna il gruppo, seguito da contadini, uomini e donne, elegantemente vestiti a festa, dagli anziani, dai braccianti, dai trebbiatori e da giovani contadinelle. Alla realtà contadina si contrappone un mondo di commercianti di uccelli, calzolai, orologiai, barbieri, bracconieri, medici e arrotini. Due mondi diametralmente opposti, che entrano costantemente in conflitto durante la sfilata.
Il corteo procede lungo le strade e i vicoli di Stelvio, per poi rientrare alla piazza della chiesa. Qui è in programma il cosiddetto “Knödelstehlen”, ossia il “furto dei canederli”. Davanti alla chiesa troviamo una grande tavola con una ciotola piena di canederli e crauti. I contadini, insieme al cavallo e ai buoi, vengono serviti per primi, ma anche la plebe, trattenuta a stento dai trebbiatori, è affamata. Alla fine gli esclusi al banchetto riusciranno ad aprirsi un varco, raggiungere la tavola e rubare canederli e crauti, ingozzandosi avidamente e infilando il cibo in tasca, mentre i braccianti intervengono picchiandoli e cercando di scacciarli. Solo dopo che i contadini avranno mangiato, sarà loro permesso di avvicinarsi alla tavola, due alla volta. È una tregua che durerà però molto poco: presto infatti ricominceranno tafferugli e insulti!
Il traino dell'aratro è un evento che si svolge a Stelvio a cadenza biennale, negli anni di numero pari. E come vuole la tradizione, tutti i ruoli della rappresentazione vengono interpretati da uomini, anche quelli femminili.
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