Il santuario più alto dell'Alto Adige si trova a Lazfons, una frazione del comune turistico di Chiusa. Da più di due secoli, ogni anno questo luogo è meta di pellegrini e scalatori, che giungono alla chiesa e visitano il Gesù Cristo Nero, che trascorre qui l'estate.
Ogni anno, a giugno, una moltitudine di devoti si riunisce in preghiera ai confini del territorio comunale di Lazfons. La processione si svolge per onorare il crocifisso gotico nero che viene portato fino al santuario, la Santa Croce di Lazfons, e trascorre qui tutta l'estate.
Intorno a questo crocifisso ligneo gravitano molte leggende. Una di queste racconta come in passato il territorio fosse spesso colpito dalla furia del maltempo. Soprattutto nell'anno 1700, l'area di Lazfons e Chiusa fu devastata da forti tempeste. Dopo che il raccolto era andato distrutto per la terza volta a causa della grandine, i contadini disperati si rivolsero al parroco, che raccontò loro di un crocifisso trascurato, e consigliò di portare la croce in montagna, fino a dove il Gesù Cristo stesso avrebbe indicato.
Da allora, la croce del tempo si trova sotto la Cima Ritzlar e la Cima San Cassiano. Inizialmente era tenuta all'aperto, prima che venisse costruita a metà del XVIII secolo una cappella. Per accogliere il flusso di pellegrini che diveniva ogni anno sempre più consistente per rendere omaggio al Cristo Nero, intorno al 1800 venne costruito un rifugio dove i visitatori potevano ristorarsi e anche pernottare.
Una curiosità: per rendere più resistente il crocifisso alle intemperie, è stata usata una miscela di sangue di bue e pece liquida ricavata da un albero. È propria questa miscela ad aver conferito al Cristo la sua colorazione scura.
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