Quando il buio scaccia pian piano la luce del giorno, le prime luci cominciano a guizzare una dopo l'altra sulle vette delle montagne. Ogni anno in giugno questo spettacolo magico si ripete in tutte e tre le regioni del Tirolo.
Oltre due secoli fa, una terribile guerra, un giuramento e un profondo legame con Dio rappresentarono la nascita di una delle tradizioni più belle dell'Alto Adige, del Tirolo Orientale e del Tirolo Settentrionale. Quando nel 1796 le truppe di Napoleone si trovavano ai confini del Tirolo, pronte ad attaccare, il Tirolo fu colpito in maniera del tutto inaspettata. Tutti gli uomini abili alle armi furono addestrati militarmente in fretta e furia e poi mandati a difendere i confini della patria, ben sapendo di non poter quasi nulla contro le potentissime truppe napoleoniche.
In questo clima di profonda disperazione, un parroco ebbe l'idea di affidare il Tirolo al Sacro Cuore di Gesù e di chiedere così il sostegno divino. In caso di vittoria, si giurò di accendere dei fuochi sulle montagne ogni anno la domenica del Sacro Cuore e di rinnovare così il giuramento. Quel che nessuno aveva previsto divenne presto realtà, e gli aggressori furono costretti alla fuga dalle truppe di Andreas Hofer.
Ancora oggi questa tradizione si coltiva in tutte e tre le parti del Tirolo: ogni anno con il bel tempo, sulle montagne si accendono migliaia di fuochi, croci, cuori o tituli crucis ("INRI" o "IHS"), mentre a valle le lanterne, le immagini luminose alle finestre e le decorazioni di ogni tipo portano luce nel buio al calar del sole.
Gli storici ritengono che questi fuochi si accendessero sulle montagne del Tirolo già prima della vittoria nella battaglia contro i Francesi, ovvero sempre il giorno del solstizio d'estate. Solo più tardi i fuochi acquisirono un significato religioso.
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